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Indennità sostitutiva di preavviso: quando viene corrisposta

Indice: Indennità sostitutiva di preavviso: quando viene corrisposta

L’indennità sostitutiva del preavviso è uno strumento importante presente nella busta paga sia per il datore di lavoro nel rapporto di collaborazione professionale che intercorre tra i due soggetti.

In particolare, il periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo è utile sia per il datore che in caso di dimissioni del lavoratore ha il tempo necessario per assumere un nuovo dipendente ma anche per il prestatore di lavoro che in caso di licenziamento ha l’opportunità di cercarsi un nuovo lavoro.

Il codice civile riconosce la natura obbligatoria del preavviso per i contratti di lavoro a tempo indeterminato e l’interruzione del rapporto di lavoro in mancanza di preavviso mira a tutelare entrambe le parti contraenti con l’indennità sostitutiva di preavviso.

Durante il periodo di preavviso il lavoratore deve continuare a lavorare fino al termine dello stesso mentre il datore di lavoro è tenuto a pagare la retribuzione per il lavoro prestato dal dipendente fino al termine del periodo di preavviso.

La parte che interrompe il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, senza il preavviso stabilito, è tenuta a corrispondere un’indennità sostitutiva del preavviso. Vediamo insieme quando si ha diritto all’indennità sostitutiva del preavviso e a quanto ammonta.

Indennità sostitutiva di preavviso: il datore di lavoro ed il dipendente

Quando si parla di indennità sostitutiva del preavviso ci si chiede come funziona e quando essa è riconosciuta dalla parte che recede per mancato preavviso di licenziamento o di dimissioni.

Infatti, una indennità per mancato preavviso non è dovuta dal datore di lavoro quando la cessazione del rapporto di lavoro, senza rispettare il termine di preavviso, avviene a causa del recesso per:

  • la fine del contratto a tempo determinato;
  • durante ed alla conclusione del periodo di prova;
  • giusta causa a a meno che tale provvedimento venga tramutato da un giudice in licenziamento per giustificato motivo soggettivo;
  • risoluzione consensuale;
  • mancata ripresa del servizio dopo reintegro causa licenziamento.
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In generale, il lavoratore riceve il pagamento dell’indennità sostitutiva quando il datore recede dal rapporto senza preavviso sia nel caso in cui il dipendente abbia dato il consenso al recesso immediato del contratto di lavoro ma anche qualora non lo acconsenta.

Il datore di lavoro è obbligato a riconoscere tale indennità:

  • in caso di morte del lavoratore, il datore di lavoro la riconosce agli eredi nella busta paga del dipendente;
  • in caso dimissioni per giusta causa quale può essere il ritardo o il mancato pagamento dello stipendio, il mancato versamento dei contributi, il comportamento ingiurioso del proprio superiore, richiesta da parte del datore di lavoro di commettere prestazioni contro la Legge, subire molestie sessuali dal datore, ridimensionamento per numero e contenuto delle mansioni, mobbing, sovrapposizione tra ferie e preavviso richiesto dal proprio capo;
  • in caso di dimissioni nel periodo in cui intercorre il divieto di licenziamento come per le lavoratrici durante la maternità (300 giorni prima del parto fino al primo anno di età del bambino), per i lavoratori durante il congedo di paternità fino al primo anno compiuto dal figlio, il congedo parentale o di malattia del discendente e possono non rispettare il periodo di preavviso.

Invece, nel caso in cui sia il lavoratore a non rispettare il preavviso, l’indennità di mancato preavviso corrisponde ad una trattenuta in busta paga se il datore di lavoro non accetta la risoluzione immediata. Al contrario, quest’ultimo può rinunciare alla relativa indennità se approva tale risoluzione.

indennità di mancato preavviso

Indennità sostitutiva di preavviso: come si calcola

Calcolare la propria indennità di preavviso non è molto complesso e si può seguire l’articolo 2122 del Codice Civile. Essa corrisponde, quando è il datore di lavoro che recede senza rispettare il termine del preavviso, alle voci retributive che egli avrebbe percepito se avesse lavorato durante il periodo di preavviso come:

  • i premi di produzione;
  • gli utili ed i prodotti;
  • le provvigioni;
  • il vitto e l’alloggio tranne i rimborsi spese;
  • la tredicesima e se prevista la quattordicesima;
  • gli altri compensi che spettano al dipendente.
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La quantificazione dell’indennità di preavviso deve essere ricalcolata proporzionalmente al periodo di preavviso non dato. 

A livello fiscale per il datore di lavoro la quantità di denaro versato a titolo di indennità sostitutiva è:

  • imponibile a livello assistenziale e previdenziale sul preavviso non lavorato;
  • oggetto di tassazione separata con la stessa aliquota prevista dal TFR.

Invece, nel caso di trattenuta dell’indennità sostitutiva del preavviso al dipendente in busta paga, essa viene quantificata nel netto presente al suo interno.

Infine, la cifra relativa all’indennità sostitutiva del preavviso deve essere sempre indicata nella busta paga come somma dovuta al dipendente o come trattenuta applicata al proprio lavoratore.

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