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Addizionale IRPEF in busta paga: le Regioni in cui aumenta 

Indice: Addizionale IRPEF in busta paga: le Regioni in cui aumenta 

Quando si parla di addizionale regionale IRPEF si intende la tassa applicata sul reddito imponibile dei contribuenti. 

La recente riforma degli scaglioni di reddito ha fatto sì che alcune Regioni decidessero di aumentare l’addizionale regionale per compensare le mancate entrate fiscali dovute ad essa.

Infatti, nel 2024 troveranno in busta paga un’addizionale regionale aumentata nel Lazio, Toscana e Molise. Le nuove aliquote passeranno:

  • dall’1,73 per cento al 3,33 per cento nel Lazio;
  • dal 2,43 per cento al 3.33 per cento per i redditi che superano i 28mila euro annui nel Molise;
  • dall’1,68 per cento al 3,33 per cento per i redditi tra 28mila a 50mila euro e dall’1,73 per cento al 3,33 per cento per i redditi superiori a 50.000 euro in Toscana.

Vediamo insieme chi deve pagare addizionale regionale dell’IRPEF e come calcolarla.

addizionale regionale irpef
Il reddito imponibile ai fini dell’addizionale regionale IRPEF è determinato dal sostituto d’imposta nel conguaglio di fine anno per i dipendenti e gli assimilati in busta paga.

Addizionale regionale IRPEF: cosa è

L’addizionale regionale, come l’ addizionale comunale all’IRPEF, è la tassa a carico dei contribuenti che devono pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, al netto della sottrazione delle detrazioni fiscali e del credito d’imposta dei redditi prodotti all’estero.

Non la devono pagare coloro che corrispondono l’imposta IRES, chi è soggetto a tassazione separata o a imposta sostitutiva e chi ha realizzato un’IRPEF netta che non supera i 12 euro.

Le Regioni possono decidere di quantificarla con una aliquota compresa tra l’1,23 per cento ed il 3,33 per cento, differenziarle in base agli scaglioni di reddito ed adottare per detrazioni in favore dei nuclei familiari.

La maggiorazione può essere aumentata di un punto percentuale per le Regioni a Statuto Speciale e per le province autonome di Trento e Bolzano e dello 0,30 per cento per colmare gravi disavanzi del servizio sanitario.

Vedi Anche:  Detrazione lavoro dipendente: lo sconto IRPEF in busta paga

Il calcolo dell’addizionale regionale all’IRPEF: le aliquote

Il calcolo dell’addizionale regionale dipende dal domicilio fiscale posseduto dal contribuente da primo gennaio dell’anno di riferimento.

Tale calcolo avviene applicando l’aliquota sul reddito complessivo determinato ai fini fiscali al netto degli oneri deducibili.

Non pagano l’addizionale i contribuenti a tassazione separata ed ai titolari di imposta sostitutiva come la cedolare secca e gli interessi bancari.

Le aliquote in vigore Regione per Regione sono:

  • Abruzzo e Calabria: 1,73 per cento;
  • Basilicata, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto: 1,23 per cento;
  • Campania: 1,73 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 2,96 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 3,20 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 3,33 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Emilia Romagna: 1,33 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,93 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 2,03 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 2,27 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Friuli Venezia Giulia: 0,70 per cento per i redditi fino a 15.000 euro, 1,23 per cento quelli al di sopra;
  • Lazio: 1,73 per cento per i redditi fino a 15.000 euro, 3,33 per cento quelli al di sopra;
  • Liguria: 1,23 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,79 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 2,31 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 2,33 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Lombardia: 1,23 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,58 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 1,72 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 1,73 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Marche: 1,23 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,53 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 1,70 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 1,73 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Molise: 2,03 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 2,23 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 3,33 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro e per quelli superiori a 50mila euro;
  • Regione Piemonte: 1,62 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 2,13 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 2,75 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 3,33 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Puglia: 1,33 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,43 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 1,63 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 1,85 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Toscana: 1,42 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,43 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 3,32 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 3,33 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Umbria: 1,23 per cento fino a 15.000 euro di reddito, 1,58 per cento per quelli tra 15mila euro e 28mila euro, 1,72 per cento per quelli tra 28mila e 50mila euro, 1,73 per cento per quelli superiori a 50mila euro;
  • Provincia di Bolzano: 1,23 per cento per i redditi fino a 50.000 euro, 1,73 per cento quelli al di sopra;
  • Provincia di Trento: 1,23 per cento per i redditi fino a 50.000 euro, 1,73 per cento quelli al di sopra.
Vedi Anche:  Lavoratori dipendenti: le detrazioni fiscali figli a carico
addizionale regionale
L’addizionale regionale, come l’ addizionale comunale all’IRPEF, è la tassa a carico dei contribuenti che devono pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, al netto della sottrazione delle detrazioni fiscali e del credito d’imposta dei redditi prodotti all’estero.

L’addizionale regionale all’IRPEF per i redditi da lavoro dipendente ed assimilati

Il reddito imponibile ai fini dell’addizionale regionale IRPEF è determinato dal sostituto d’imposta nel conguaglio di fine anno per i dipendenti e gli assimilati in busta paga.

L’aliquota applicata sarà trattenuta in busta paga dal periodo successivo a quello del conguaglio, entro dicembre, per:

  • 11 rate se è stato effettuato a dicembre;
  • 10 rate se è stato calcolato a gennaio;
  • 9 rate se è stato fatto a febbraio.

Il numero di rate può essere inferiore se c’è l’accordo tra dipendente e datore di lavoro o per decisione di quest’ultimo se l’importo dell’addizionale lo permette oppure se ci sono periodi non retribuiti come assenze o aspettative.

Addizionale regionale all’IRPEF in caso di TFR

L’addizionale IRPEF in coso di termine del rapporto di lavoro viene applicata sul TFR, con la corresponsione dell’ultimo cedolino di paga.

Infatti, verranno trattenute le rate relative all’addizionale IRPEF per le rate dell’anno precedente e di quello in corso dovute.

Il domicilio fiscale per applicare l’aliquota dell’addizionale IRPEF sarà quello del momento in cui avviene la fine del rapporto di lavoro. 

Tale addizionale viene trattenuta per il periodo da gennaio a novembre e le rate vanno a confluire nella Certificazione e nella dichiarazione dei redditi di fine anno del lavoratore per usufruire di detrazioni, oneri detraibili e deduzioni.

Per saperne di più, leggi anche:

  • Dipartimento delle Finanze: Addizionale regionale all’irpef

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